SOSTITUZIONE AUTISTICA? Come l'eugenetica vuole eliminare le persone autistiche dalla faccia della terra
Emergenza autismo: aiuto! Sempre più spesso ne sentiamo parlare. L’incremento delle diagnosi di disturbo dello spettro autistico nella popolazione mondiale è dovuta ai progressi scientifici sullo studio delle neurodivergenze. Judy Singer, sociologa australiana, introdusse nel 1998, rifacendosi al concetto di biodiversità, quello di “neurodiversità” come varietà naturale di sistemi neurobiologici, in pratica, i cervelli delle persone hanno funzionamenti diversi tra di loro, che si suddividono in “tipici”, cioè comuni, consueti, appartenenti alla maggioranza delle persone, e “atipici” o neurodivergenti, che sono la minoranza, in cui si colloca l’autismo assieme ad altre condizioni (ADHD, dislessia, discalculia, Tourette, ecc.).
Cervelli e menti semplicemente diversi, non sbagliati o malati
o deficitari, quindi. Le menti autistiche percepiscono il mondo ed elaborano le
informazioni in modo differente, ne consegue che anche il modo di relazionarsi
delle persone autistiche, di comportarsi, di reagire agli stimoli sensoriali,
non siano comuni: ma allora perché l’autismo spaventa al punto da associare a
esso la parola emergenza?
La paura dell’autismo nasce dall’ignoranza, intesa come
non-conoscenza: sono poche le persone davvero competenti o esperte in merito, e
purtroppo, la narrazione di questa condizione è sempre distorta da stereotipi
(l’autismo è uno spettro: sapevate che le persone autistiche sono tutte diverse
tra di loro e possono essere verbali e senza deficit cognitivi?) pregiudizi e
stigmi (chi è autistico non è malato di mente, ecc.). Così, quando in una
famiglia arriva LA diagnosi, ci si trova a dover “affrontare” un gigante, un
“mostro” le cui fattezze sono ignote: e i mostri, da che mondo è mondo, si
combattono.
Alcuni genitori raccontano di aver vissuto la diagnosi di
autismo del proprio figlio o figlia come un lutto, assieme a sofferenza,
disagio e vergogna, per poi passare prima attraverso la fase della
rassegnazione, dove l’etichetta di “bambino speciale” li ha confortati per un
po’ (perché fa più carino dire “bambino speciale” che “bambino autistico”?),
salvo poi cominciare a indignarsi per le costanti discriminazioni di una
società tutt’altro che inclusiva, e a fare i conti con un Sistema Sanitario
Nazionale inefficiente e retrogrado, dove l’assistenza e il supporto anche
medico, sparisce dopo i 18 anni, mentre l’autismo rimane; confesso che anche io
avrei paura di morire sapendo di lasciare un figlio autistico senza alcuna
prospettiva futura di autodeterminazione, istruzione superiore, vita lavorativa,
sostentamento, abilità sociali…
Il mondo neurotipico infatti non è fatto per le persone
autistiche, ma non solo: è evidente che è la società neurotipica che disabilita
quella autistica, si cerca di “normalizzare” chi è autistico chiedendone il
continuo adattamento a un ambiente costruito per chi autistico non è, si “lotta”
quindi in tutti i modi contro l’autismo, non solo cercando una “cura” che mai
sarà trovata perché non è una malattia (potete forse “curare” il funzionamento
tipico del vostro cervello?), ma addirittura si parla di progetti di eugenetica per debellare dalla faccia della terra questo
brutto mostro cattivo. E quindi eliminare le persone autistiche.
L’eugenetica, (dal greco buona-razza), è una disciplina
d’ispirazione darwiniana che si propone di ottenere il miglioramento della
specie umana, poi confluita nell’epoca nazista in un movimento politico-sociale
il cui scopo era di promuovere la riproduzione dei soggetti socialmente
desiderabili ma anche prevenire la
nascita di soggetti indesiderabili mediante l’infanticidio e l’aborto. Le
campagne di “emergenza autismo” che diffondono terrore e fobia dello spettro,
unite alla disinformazione dilagante, danno man forte a una buona parte della
ricerca scientifica che ancora oggi, disgraziatamente, è volta a questa
ignobile (economicamente dispendiosissima) causa, cioè quella di rendere
l’umanità identica a un ideale standard di uomo e di donna, eliminando
qualsiasi tipo di diversità, anche quella relativa ai funzionamenti mentali.
In tutto ciò, come pensate stiano reagendo le persone
autistiche? Recentemente molti personaggi famosi (Elon Musk è il più celebre,
ma in Italia proprio in questo mese, la scrittrice e filosofa Maura Gancitano e
il cantautore e attivista Immanuel Casto) hanno deciso di fare coming-out sulla
loro condizione impressionando molto l’opinione pubblica e incoraggiando altre
persone autistiche a farlo, rivendicando così il loro diritto a esistere nel
mondo con le loro differenze.
Grazie alla ricerca quindi, quella “buona”, sempre più
persone si scoprono neurodivergenti… vuoi vedere che prima o poi si parlerà
anche di “sostituzione autistica”?
Pubblicato l'1 Maggio 2023 su Il Quotidiano del Sud Calabria per l'editoriale "Diritti&Diversi"
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