Spett.le RAI

Spett.li autori e autrici e giornaliste e giornalisti dell’“Estate in diretta”

Scrivo questa lettera in quanto -----------, dopo aver ascoltato dal video di denuncia sul profilo Instagram di @mariannamonterosso, in riferimento alla trasmissione “Estate in diretta” andata in onda lunedì 28 agosto: è agghiacciante quello che è avvenuto durante la puntata e non è ammissibile che la RAI, essendo Servizio Pubblico, non si prenda la responsabilità di ciò che affermano i suoi ospiti.

BASTA! Basta parlare di autismo a questo modo. Come si fa a mettere la parola autismo accanto a barbarie, violenza e dolore?

Il giornalista Di Consoli lo sa che proprio perché l’autismo è un fattore di vulnerabilità il 90% delle donne autistiche ha subito abusi, molestie sessuali o stupri nel corso della propria vita? Donne autistiche con o senza compromissione verbale o intellettiva.

Non saper codificare le convenzioni sociali, le intenzioni degli altri, le situazioni ci espone molto di più delle altre persone a rischi e pericoli perché spesso, quel “no” noi sappiamo come dirlo.

Il giornalista Di Consoli ne fa della violenza un problema di “empatia” dando per scontato che le persone autistiche non provino emozioni, e questa è una grande balla. Avere un funzionamento mentale differente dalla maggioranza non significa non provare emozioni, significa avere un linguaggio emotivo e una lingua sociale diversi per esprimerle, significa comunicare pensieri emozioni e bisogni in modo differente e allora si informi: esiste la doppia empatia, cioè è anche lei non in grado di comprendere la lingua emotiva delle persone autistiche.

Di Consoli parla di “autismo di gruppo”, facendo riferimento alle “psicosi”. Volevo informarVi che l’autismo non è una psicosi. Ha parlato di “autismo di gruppo” vittimizzando i carnefici di quell’abominio, scusandoli, poverini, perché la nostra è una “cultura pornografica”. Vi assicuro che non si diventa autistici guardando un porno. Non è cultura pornografica, è cultura dello stupro, e violenza di genere, è patriarcato, sono queste le parole che avrebbe dovuto usare al posto del suo mansplaining sull’autismo.

La giornalista Nunzia De Girolamo alla fine ha commentato dicendo “Sì è vero”, che significa “sono d’accordo che quella violenza sia stata autismo di gruppo”, ma prima aveva parlato di responsabilità educativa all’interno delle famiglie: “da madre” ha detto, “da genitori, abbiamo il dovere di educare i nostri figli”. Ecco, come pensate si siano sentite le centinaia di madri di figli maschi autistici ascoltando le parole “Autismo di gruppo che non può che sfociare nel dolore e nella violenza?”.

Quelle parole sono di una violenza indicibile, sono un insulto a tutte le persone autistiche e pretendiamo delle scuse.

Di Consoli, chieda scusa a tutte le donne autistiche per ciò che ha detto, chieda scusa a tutte le persone autistiche e la prego, si informi e si aggiorni sull’autismo. La Rai tutta deve chiedere scusa, compreso chi era lì e ha taciuto.

Il Servizio Pubblico dovrebbe fare informazione, invece la malainformazione sull’autismo impera ovunque, continuate a reiterare la vostra narrazione violenta della nostra condizione parlando di noi senza di noi, senza sapere di cosa state parlando. Non ne possiamo più di questo becero giornalismo abilista. Autismo non è sinonimo di violenza.

Non avete idea del danno, sia a livello sociale che personale, che irresponsabilmente avete provocato a migliaia di persone, tra l’altro in fascia d’età non protetta: quella trasmissione la guardano anche le famiglie con familiari autistici, la guardano anche ragazzi e ragazze autistici.

Non è accettabile, non possiamo più stare zitti quando si usa la parola autismo come sinonimo di malattia, disturbo mentale, scarsa empatia e violenza!

 

Nome e Cognome

INDICATE SE SIETE GENITORI DI PERSONE AUTISTICHE, O SE SIETE PERSONE AUTISTICHE O SOSTENETE LA COMUNITA' AUTISTICA A QUESTA MAIL:


raispa@postacertificata.rai.it.



Questa è la mail che ho inviato io

Spett.le RAI

Spett.li autori e autrici e giornaliste e giornalisti dell’“Estate in diretta”

Scrivo questa lettera in quanto donna adulta autistica, dopo aver già pubblicato ieri un video di denuncia sul mio profilo Instagram @mariannamonterosso, in riferimento alla trasmissione “Estate in diretta” andata in onda lunedì 28 agosto: è agghiacciante quello che è avvenuto durante la puntata e non è ammissibile che la RAI, essendo Servizio Pubblico, non si prenda la responsabilità di ciò che affermano i suoi ospiti.

BASTA! Basta parlare di autismo a questo modo. Come si fa a mettere la parola autismo accanto a barbarie, violenza e dolore?

Il giornalista Di Consoli lo sa che proprio perché l’autismo è un fattore di vulnerabilità il 90% delle donne autistiche ha subito abusi, molestie sessuali o stupri nel corso della propria vita? Donne autistiche con o senza compromissione verbale o intellettiva.

Non saper codificare le convenzioni sociali, le intenzioni degli altri, le situazioni ci espone molto di più delle altre persone a rischi e pericoli perché spesso, quel “no” noi sappiamo come dirlo.

Il giornalista Di Consoli ne fa della violenza un problema di “empatia” dando per scontato che le persone autistiche non provino emozioni, e questa è una grande balla. Avere un funzionamento mentale differente dalla maggioranza non significa non provare emozioni, significa avere un linguaggio emotivo e una lingua sociale diversi per esprimerle, significa comunicare pensieri emozioni e bisogni in modo differente e allora si informi: esiste la doppia empatia, cioè è anche lei non in grado di comprendere la lingua emotiva delle persone autistiche.

Di Consoli parla di “autismo di gruppo”, facendo riferimento alle “psicosi”. Volevo informarVi che l’autismo non è una psicosi. Ha parlato di “autismo di gruppo” vittimizzando i carnefici di quell’abominio, scusandoli, poverini, perché la nostra è una “cultura pornografica”. Vi assicuro che non si diventa autistici guardando un porno. Non è cultura pornografica, è cultura dello stupro, e violenza di genere, è patriarcato, sono queste le parole che avrebbe dovuto usare al posto del suo mansplaining sull’autismo.

La giornalista Nunzia De Girolamo alla fine ha commentato dicendo “Sì è vero”, che significa “sono d’accordo che quella violenza sia stata autismo di gruppo”, ma prima aveva parlato di responsabilità educativa all’interno delle famiglie: “da madre” ha detto, “da genitori, abbiamo il dovere di educare i nostri figli”. Ecco, come pensate si siano sentite le centinaia di madri di figli maschi autistici ascoltando le parole “Autismo di gruppo che non può che sfociare nel dolore e nella violenza?”.

E se pensate che la mia rabbia sia una manifestazione violenta di ciò che provo, vi sbagliate perché la mia rabbia è una giusta rabbia, è la rabbia di una donna adulta autistica che ha subìto violenza e abusi e non ha avuto giustizia, e vi assicuro che non conviene dichiarare la propria neuroatipicità nei tribunali, perché non veniamo credute proprio perché donne autistiche. Quelle parole per me sono di una violenza indicibile, sono un insulto alla mia persona e pretendo delle scuse.

Di Consoli, chieda scusa a tutte le donne autistiche per ciò che ha detto, chieda scusa a tutte le persone autistiche e la prego, si informi e si aggiorni sull’autismo. La Rai tutta deve chiedere scusa, compreso chi era lì e ha taciuto.

Il Servizio Pubblico dovrebbe fare informazione, invece la malainformazione sull’autismo impera ovunque, continuate a reiterare la vostra narrazione violenta della nostra condizione parlando di noi senza di noi, senza sapere di cosa state parlando. Non ne possiamo più di questo becero giornalismo abilista. Autismo non è sinonimo di violenza.

Non avete idea del danno, sia a livello sociale che personale, che irresponsabilmente avete provocato a migliaia di persone, tra l’altro in fascia d’età non protetta: quella trasmissione la guardano anche le famiglie con familiari autistici.

Non è accettabile, non possiamo più stare zitte quando si usa la parola autismo come sinonimo di malattia, disturbo mentale, scarsa empatia e violenza!

 

Marianna Monterosso,

giornalista e persona adulta autistica, attivista per i diritti delle persone autistiche, divulgatrice sull'autismo.



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