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Visualizzazione dei post da maggio, 2023

INTERVISTA A IMMANUEL CASTO. Immanuel Casto oltre il mito: sono autistico e non autosufficiente

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Immanuel Casto, il noto cantautore, game designer e Presidente MENSA Italia, di recente ha pubblicato un video su YouTube in cui parla delle sue neurodivergenze: Tourette, autismo, ADHD, DSA. Ho avuto il piacere di intervistarlo e gli ho chiesto che impatto ha nella sua vita un funzionamento mentale atipico. Perché hai scelto di dire adesso che sei autistico? È stata una tappa di un lungo percorso, che non sento ancora completo, di autoaccettazione. Ho fatto una fatica tremenda, non riuscivo a dire la parola autismo e per vergogna nascondevo le mie caratteristiche. Ora, dopo la diagnosi, cerco di parlarne. Ma quando tento di mascherare meno, dal tono della voce, espressioni facciali, trattenere tic, fare stimming, provo un senso di vergogna e di colpa, è come se consentissi a me stesso di “pisciare per strada”, dove io per decenza avevo imparato che quelle cose non andavano fatte. Allo stesso tempo, la diagnosi mi sembra quasi una spiegazione autoindulgente che mi solleva dallo sfo

PROGETTO DI LEGGE AUTISMO. Proposta revisione Livelli di supporto per le persone autistiche adulte

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  Quando si parla di Livelli di autismo  non si intende livelli di gravità ma di supporto alla persona autistica. Non esiste l'autismo "lieve" o "grave",   tutte le persone autistiche sono autistiche al 100% , al di là delle co-occorrenze associate. Per le persone autistiche che hanno il Livello1 di supporto, la Legge 104/92 non prevede alcuna tutela e assistenza dopo i 18 anni . Spesso le nostre caratteristiche sono disabilizzanti ed essendo invisibili a prima vista, non vengono socialmente e legalmente riconosciute come invalidanti. Di conseguenza noi persone autistiche non siamo tutelate come qualsiasi altra persona disabile. Una soluzione c'è: ho incontrato l' avvocato Francesco Di Lieto , vicepresidente nazionale Codacons, che ha deciso di sostenere questa battaglia per la tutela dei nostri diritti . Questa è la mail con cui l'avvocato Di Lieto formalizza la sua totale disponibilità e dell'Associazione che rappresenta per l

SOSTITUZIONE AUTISTICA? Come l'eugenetica vuole eliminare le persone autistiche dalla faccia della terra

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Emergenza autismo : aiuto! Sempre più spesso ne sentiamo parlare. L’ incremento delle diagnosi di disturbo dello spettro autistico nella popolazione mondiale è dovuta ai progressi scientifici sullo studio delle neurodivergenze. Judy Singer, sociologa australiana, introdusse nel 1998, rifacendosi al concetto di biodiversità, quello di “neurodiversità” come varietà naturale di sistemi neurobiologici, in pratica, i cervelli delle persone hanno funzionamenti diversi tra di loro, che si suddividono in “tipici”, cioè comuni, consueti, appartenenti alla maggioranza delle persone, e “atipici” o neurodivergenti, che sono la minoranza, in cui si colloca l’autismo assieme ad altre condizioni (ADHD, dislessia, discalculia, Tourette, ecc.). Cervelli e menti semplicemente diversi, non sbagliati o malati o deficitari, quindi. Le menti autistiche percepiscono il mondo ed elaborano le informazioni in modo differente, ne consegue che anche il modo di relazionarsi delle persone autistiche, di comporta

INTERVISTA A FABRIZIO ACANFORA. Il paradosso dell'inclusione

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Per comprare un chilo di kiwi andreste in una falegnameria? La risposta è scontata; vorrei però prendere questo frutto esotico, apparso in Italia alla fine degli anni Settanta, come emblema di un concetto oggi molto alla moda, scudo e baluardo di tante battaglie politiche ed umanitarie, che si esprime nelle parole “inclusione nella società delle persone diverse”. Ora, se pur sconosciuto e guardato con sospetto all’inizio, forse per la sua buccia pelosa e la polpa verde, il kiwi non ha mai avuto altra collocazione che l’interno di una cassetta del fruttivendolo, poiché tale è indubbiamente il suo status: frutta!  Allora mi chiedo: perché bisognerebbe “includere” nella società uomini o donne che per il loro status di persone, di umani, sono già parte di essa? Il significato della parola inclusione, da questo punto di vista, ha un’accezione affatto positiva; se devo includere qualcuno vuol dire che prima, per una serie di motivi, l’ho escluso. “ È un problema di linguaggio ”, afferma Fabr

PRIDE E PREGIUDIZI. E orgoglio autistico.

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Il “ Reggio Calabria Pride 2022 ”, la manifestazione della comunità LGBTQIA+ svoltasi lo scorso 30 luglio nella città dello Stretto, è stata la più partecipata della storia della nostra regione, ma, non lo dice nessuno, ha mietuto più vittime di violenza verbale degli ultimi anni. I colori arcobaleno della bandiera simbolo di pace e diversità, oggi prendono sfumature opache della discriminazione e del paternalismo di chi continua a giudicare un corteo pacifista per i diritti civili e contro l’omolesbobiatransfobia, come una sfilata carnevalesca. “Che c’è da essere orgogliosi a fare i pagliacci per strada?”, “Il Carnevale dei gay”, “I bambini non dovrebbero assistere a queste cose”, “Vergogna!”, “Ma come ci siamo ridotti…”. Queste sono alcune delle frasi con cui conigli, dietro alle tastiere in fiamme, hanno commentato gli articoli delle testate online; per deontologia professionale, ometto quelle rivolte personalmente a chi ha pubblicato foto e video dell’evento, perché oltre a off

INSENSIBILITA' AL DOLORE E DIRITTO AL PRIMO SOCCORSO IN OSPEDALE

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L’ insensibilità al dolore fisico, o analgesia , è una condizione comune a una piccola parte della popolazione mondiale. In pratica, non si è reattivi allo stimolo del dolore, non essendo in grado di percepirlo neppure dopo una brutta caduta, o in seguito a una ferita da taglio, un’infezione, ecc. Quella congenita, chiamata CIP (Congenital Insensitivity to Pain) è genetica, viene considerata una neuropatia periferica sensoriale e riguarda oltre all’insensibilità tattile, anche quella relativa alle variazioni della temperatura corporea (caldo e freddo), ed è molto più rara. Credereste, gentili Lettrici e Lettori, che potrebbe essere una fortuna quest’incapacità di avvertire sensazioni dolorifiche; in quanti abbiamo sperato, in seguito a una frattura a un arto ad esempio, di evitare tutta la sofferenza dovuta al trauma? Eppure, il dolore, lo sappiamo, è la nostra forma di difesa, noi apprendiamo le situazioni di pericolo attraverso di quello: “una volta provato il fuoco, non ti bruce

L'EDUCAZIONE NON CONOSCE DISABILITA'

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Lo incontrai alla stazione di Lamezia Terme Centrale, salì al binario dalle scale del sottopassaggio con la carrozzina sollevata da 3 persone. Sulla cinquantina, corpulento, mangiava una rosetta con la mortadella alle 8 di mattina, la madre gli stava accanto, accarezzandogli i capelli brizzolati. “Ammamma, hai finito?”, gli chiese mentre lo spingeva in avanti, “No ma’, dammi l’acqua”. Aspettavo il Frecciarossa per Roma, avevo trovato i biglietti all’ultimo momento in classe Business, e lo guardavo, mentre F., il mio collega, leggeva il giornale. A un certo punto, lo vidi appallottolare l’involucro di carta del panino e lanciarlo a terra, con una nonchalance che mi indispettì; mi avvicinai, e fingendo che non l’avesse fatto di proposito, glielo feci notare e chiesi gentilmente se poteva raccoglierlo . La madre s’intromise prima ancora che lui potesse rispondermi, e disse “ Ma come ti permetti? Non lo vedi che è sulla sedia a rotelle? ”. “Allora la raccolga lei la carta, il cesti

CLASSI SPECIALI E ESCLUSIONE SCOLASTICA

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In Calabria la primavera è un caleidoscopio di colori! Se siete stati di recente in un campo, avrete notato le centinaia di specie di fiori che nascono, crescono e convivono nello stesso posto. Ma cosa succederebbe se qualcuno decidesse di allontanare i papaveri dai crochi, separare le margherite dalle rose selvatiche o estirpare le succhiamelle per dare più spazio ai narcisi, così... giusto per creare una cromia più “ordinata”? Creando monocolture, lo sappiamo, molte specie d’insetti impollinatori sparirebbero: impoverendo l’ecosistema delle sue biodiversità, la terra, a poco a poco, morirebbe. Nella la specie umana però, questa operazione suicida di separazione ed esclusione delle diversità dalla società, si ripete incessantemente. Il fenomeno ha assunto una ridondanza tale da essere ignorato, come il ticchettio di un orologio che all’inizio lo sentiamo, ma poi le orecchie si abituano e non lo percepiamo più. Crediamo di fare inclusione falciando le piante diverse fin dai loro germ

PEI, BES, PDP, DSA, GLO. Gli acronimi della scuola come ponti per superare difficoltà.

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Conoscete il significato delle sigle BES, PDP, DSA, PEI e GLO? Sono acronimi che vengono usati di frequente nel mondo della scuola, e si riferiscono alla tutela e all’inclusione degli alunni con disabilità o con particolari condizioni di fragilità. Sebbene garantire a tutte e tutti il diritto allo studio sia un dovere dello Stato italiano, non sempre si riesce a comprendere le leggi che vincolano tale tutela: il linguaggio veicolato è troppo specialistico e gli acronimi, spesso, generano confusione. La Legge 104/92 , cito testualmente, “garantisce il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona disabile e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società”. Ciò che ci serve sapere, in ambito scolastico, è che un alunno o alunna che è in possesso di questa certificazione, ha diritto al docente di sostegno, dalla scuola materna fino alle superiori. Lo strumento attraverso cui la scuola decide il percorso d

MUSICOTERAPIA. Esperti veri o farlocchi?

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Vi fareste curare una gamba rotta da chi fa le lastre? Io credo di no. Il tecnico radiologo è un semplice (e competente) utilizzatore della strumentazione che serve a individuare se un arto è infortunato; l’ortopedico, invece, è lo specialista che si occupa di formulare la diagnosi di frattura e di somministrare eventuali terapie farmacologiche. Non sempre però la differenza tra un medico specializzato e un tecnico professionista ci appare chiara quando si parla di Arti Terapie (arte, danza, teatro, musica). Queste sfruttano il potere espressivo delle discipline artistiche in generale come metodologia di approccio per lo sviluppo o il recupero delle competenze motorie, intellettive, educative e relazionali del singolo individuo, anche all’interno di un gruppo di lavoro, preferendo il canale non verbale. Prendiamo la musicoterapia ad esempio, oggi di moda nelle scuole (progetti per l’inclusione, offerte formative, ecc.) o nelle ASL, nei centri ludici e riabilitativi per persone

AUTISMO: SIMBOLI E COLORI

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Fino a quando ci saranno farfalle a insegnare ai pesci come nuotare, il nostro mondo andrà alla rovescia! Prendiamo il 2 aprile come emblema e parliamo degli stereotipi e dei simboli che accompagnano una delle giornate mondiali più celebrate che genera confusione, non consapevolezza, sull’autismo. Qualcuno ha stabilito che il colore dell’autismo è il blu. Il 2 aprile tutto si puffa di blu: palloncini blu, nastrini blu, cartelloni blu tappezzano le strade, i Comuni delle città si tingono di luci blu. Peccato che sia il colore sbagliato! Il blu è stato scelto per rappresentare maschi autistici. Si pensava, fino a pochi anni fa, che l’autismo fosse una condizione che riguardasse solo gli uomini. I tratti autistici nelle donne infatti, venivano spesso scambiati per sintomi legati all’isteria o ad altri disturbi psichiatrici. Inoltre, il blu viene comunemente associato alla tristezza: avete mai visto l’immagine di una persona autistica felice? Il disegno del palloncino blu, t

PERCHE' PISELLINI E PATATINE? Educazione sessuale e far west bucolici

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Dai due ai dodici anni, pisellini e patatine. Non è l’indicazione pediatrica di una nuova dieta vegetariana, piuttosto, il dizionario minimo di parole a cui la stragrande maggioranza dei genitori fa riferimento, quando si trova a dover spiegare alla progenie la differenza tra maschi e femmine. Alcuni, più fantasiosi, allargano il repertorio dirottando sul genere far west-bucolico, si tolgono dall’impiccio facendo spuntare allegre pistole o pistolini tra uccelli, farfalline e fiorellini. Tutto giusto, davvero, lo comprendo. Fino a un certo punto. Nel senso che fino ai 4 o 5 anni può andar bene, ma quando un bambino è alle scuole elementari, sarebbe meglio cominciare a chiamare le cose con il loro nome. Non capisco perché davanti a un seienne ci facciamo scrupoli a pronunciare le parole pene e vagina, a quell’età non si conoscono già fegato, cuore e cervello? Pene e vagina sono i nomi scientifici dei nostri organi sessuali, insegnare a prendersene cura è nostra responsabilità, forse

BAMBINI GIFTED, NON CHIAMATELI GENI

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“Maestra, di cosa sono fatti i suoni?” I suoni sono delle onde, come le onde del mare. “Non è vero, maestra, le onde del mare sono fatte di acqua e si vedono, ma le note allora perché non si vedono?” I suoni non si possono vedere, Martina, fai silenzio!. Eh no, cara maestra di musica, i suoni si possono vedere eccome. Avrebbe potuto stupire i suoi studenti portando in classe una piccola bobina di Tesla, che trasforma gli impulsi elettrici del suono in bellissimi fasci di luce colorati, ma forse lei, questo, non lo sapeva. Ci sono tanti bambini e bambine come Martina, che si chiedono mille perché. A volte li vedi distratti in classe, assorti nei loro pensieri. Hanno interessi non comuni con gli altri compagni, spesso si isolano, o al contrario sono molto vivaci. Hanno un ritmo di apprendimento differente, possono eccellere in alcune materie, e rimanere indietro in altre che a loro sembrano non interessare. Sono etichettati dagli insegnanti come petulanti, svogliati, invadenti, dis

INSPIRATION PORN A SANREMO 2022

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  “Ed ecco a voi Maria Chiara Giannetta, attrice, co-conduttrice della quarta serata del Festival di Sanremo!”. Maria-Chiara-Giannetta, due nomi propri e un cognome. Di solito le persone, nei contesti formali, le si annuncia così, con nome e cognome, evidenziando il loro status sociale. Amadeus, leggendo la presentazione scritta sul gobbo, cita anche la provenienza, foggiana, dell’artista, non sia mai farle qualche torto dimenticando le sue origini pugliesi. Tutto questo è giustissimo, sono le norme di buona educazione che lo impongono, ma il galateo diventa prassi sconosciuta, non capisco perché, quando ci si relaziona con persone con disabilità. La Giannetta, per recitare il suo monologo sulla diversità, (tema principale del Sanremo di quest’anno), ha portato sul palco dell’Ariston chi l’ha affiancata e aiutata a ricoprire al meglio il ruolo di “Blanca”, la donna cieca che ha interpretato nell’ultima fiction di Rai Uno: cinque persone cieche, i suoi “guardiani”, le ha definit

INTERVISTA A SAVERIO TOMMASI, giornalista e presidente Sheep Italia

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Anche quando pensiamo di esistere all’interno della fetta di maggioranza immune dalle differenze, la vita stessa può metterci di fronte a situazioni che evidenziano come le condizioni di diversità, in realtà, appartengono a ciascuno di noi; succede ad esempio quando ci siamo rotti un braccio e per un paio di mesi abbiamo sperimentato la disabilità fisica, quando uno stress emotivo ci fa vivere per un po’ senza la bussola, quando la perdita di un lavoro ci ha costretto a scegliere tra il cibo da comprare e le bollette da pagare. Il processo di inclusione delle minoranze sociali nella società avviene solo se ci si rende conto che siamo parte di un’umanità unica: dentro a questa prospettiva veramente inclusiva, dove tutti sono dentro   al cerchio e non c’è quello buono più in alto di te che ti fa entrare, si sviluppa il progetto   di “Sheep Italia”, la ONLUS nata nel 2019 il cui scopo è la felicità e l’emancipazione delle persone in situazioni di fragilità. A parlarcene è il president

PECORE NERE FUORI DAL CORO? La bambina-pigna e il maglione di lana rossa

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Vi è mai successo di sentirvi fuori dal coro ? A me è capitato, letteralmente, quella volta che mi rifiutai di indossare un maglione rosso di lana che mia madre s’imprestò dalla figlia della vicina di casa, in occasione della mia prima recita di Natale. Mi presentai all’asilo con una camicetta marrone (l’unica che avevo che declinasse qualche gradazione attinente al rosso), sopra a un gonnellino di velluto, verde, fatto cucire identico per tutte le bambine dalla sarta della scuola. Ricordo la faccia inorridita della maestra che quando mi vide cominciò a rimproverarmi dicendo che assomigliavo a una brutta pigna capricciosa, non alla meravigliosa stella di Natale che dovevo interpretare sul palco. Io non cedetti: il solo pensiero di sentire sulla pelle quell’intreccio infernale di fili d’ortica mi terrorizzava oltremodo, così cantai vestita da pigna dentro al coro di euphorbie pulcherrime (è il nome scientifico della pianta che ho smesso di amare da quella sera), relegata dietro alla fi